Musiche Dal Mondo

Informações:

Sinopsis

Il podcast della trasmissione Musiche dal mondo di Radio Popolare

Episodios

  • Fanfarai Big Band: Rai is not dead

    25/06/2018 Duración: 27min

    Fanfarai è un gioco di parole tra fanfara, che in francese è fanfare, e rai, il genere musicale che è esploso tra i giovani algerini negli anni settanta e ottanta e che è arrivato alla ribalta internazionale in particolare con il successo di Khaled. Composta da musicisti di diverse parti della Francia, la formazione è nata oltralpe nel 2005, e in occasione di questo suo terzo album si è ribattezzata Fanfarai Big Band, accentuando con una evoluzione più orchestrale e jazzistica l'idea base riassunta nel nome: una devozione al rai algerino rivissuto in una dimensione che richiama quella della fanfara, riferimento questo non bizzarro, dato che le fanfare militari della colonizzazione sono state una delle numerose influenze da cui è nato il rai moderno. Il titolo dell'album, Rai is not dead, allude al declino del rai dopo i fasti degli anni ottanta e novanta, un declino che lo ha visto passare di moda anche a livello internazionale: con la sua brillante musica che si abbevera ai classici del genere, Fanfarai ha i

  • Cheikh Lo: Né La Thiass

    18/06/2018 Duración: 22min

    Dopo aver pubblicato una cassetta di un certo successo in Senegal, negli anni novanta il musicista e cantante Cheikh Lo presentò un demo a Youssou Ndour, e la star senegalese si convinse subito: Né La Thiass fu inciso nel '95 a Dakar allo Xippi Studio, e pubblicato in cassetta per il Senegal dalla Jololi, l'etichetta di Youssou Ndour. Ripreso nel '96 dalla World Circuit, l'album - che nello stesso '96 fu anche pubblicato su licenza per l'italia nella collana ArpA di Radio Popolare - assicurò a Cheikh Lo una rapida affermazione a livello internazionale. La musica è rimasta freschissima, e la World Circuit ha fatto benissimo adesso a rilanciare Né La Thiass: curiosamente ha riprodotto però la cassetta originaria (di cui ha anche utilizzato la copertina come cover della ristampa), cioè con due brani in meno rispetto al Cd del '96 della World Circuit (e di Radio Popolare)...

  • Vari: African Scream Contest Vol. 2

    28/05/2018 Duración: 26min

    Entrato a far parte dell'Africa occidentale francese alla fine dell'ottocento, il Benin ha avuto musicalmente un destino diverso da quello del grosso dell'Africa colonizzata dalla Francia o comunque francofona (come il Congo belga, poi Zaire, quindi Repubblca democratica del Congo), molto sensibile alla musica afrocubana: incastonato come il Togo fra la Nigeria e il Ghana, si è trovato musicalmente in un'area di influenza anglofona, ed è stato influenzato dall'high life, dall'afro-beat, e negli anni '60 e '70 ha avvertito la suggestione del soul, del funk e del rock, generi di cui la compilation mostra la varietà di declinazioni e incroci appunto negli anni '60 e '70. Paese di dimensioni piuttosto ridotte per i parametri africani, il Benin ha sviluppato una scena di musica moderna che già all'inizio degli anni '70 si presentava molto vivace e affollata.

  • Vari: I'm not here to hunt rabbits

    21/05/2018 Duración: 26min

    ..Una compilation co-pubblicata dall'etichetta tedesca Piranha, veterana della world music, e dalla Vital Records ci porta in un paese che neanche la produzione discografica di world music che circola a livello internazionale è abituata a toccare: il Botswana, uno dei paesi più poveri e in condizioni più misere di tutto il continente africano. Ma che ha le sue ricchezze: come gli stili e la singolare tecnica chitarristica documentati da questa bellissima raccolta.

  • Dobet Gnahoré: Miziki

    14/05/2018 Duración: 27min

    Per Radio Popolare Dobet Gnahoré è una conoscenza di vecchia data: non ancora ventenne, nel 2001 partecipò, esibendosi in un paio di brani fuoriprogramma, ad una edizione di Extrafesta il cui protagonista era il padre, il percussionsta della Costa d'Avorio Boni Gnahoré. Nel frattempo Dobet Gnahoré si è affermata come una delle protagoniste della musica dell'Africa nera più note e apprezzate a livello internazionale, assieme ad artiste come Angelique Kidjo, Roka Traoré e Oumou Sangaré. Dobet Gnahoré è adesso al suo quinto album: il fascino della sua vocalità, di forte temperamento, caratterizzata dal timbro scuro e da un grande contegno, si sposa benissimo anche con la novità di una confezione anche con elettronica e campionamenti, che conferisce alla musica un tocco in più di vitale attualità.

  • Houria Aichi: Chants Mystiques d'Algerie

    07/05/2018 Duración: 26min

    La fama della cantante algerina Houria Aichi è legata innanzitutto alla sua interpretazione, consegnata ad un album del '90, di canti dell'Aurès, regione montuosa dell'est dell'Algeria abitata da una popolazione berbera, regione di cui Houria Aichi è originaria. All'inizio del nuovo millennio, con l'album Khalwa, Houria Aichi ha poi proposto un florlegio di canti sacri dell'Algeria, valorizzando le forme e la spontaneità della religiosità popolare contro la rigidità dell'impostazione religiosa islamista. Ora, con interpretazioni di grande temperamento, e arricchendolo d nuovi brani, Houria Aichi torna sul repertorio sacro: non in senso stretto canti religiosi perché non citano versi del Corano, canti di tradizione popolare, che Houria Aichi vuole sottrarre alla dimenticanza di cui rischiano di rimanere vittime per effetto da un lato della pressione islamista, e dall'altro all'opposto per effetto della crescente perdita della dimensone religiosa nella società.

  • Hugh Masekela: Masekela '66-'76 (3)

    30/04/2018 Duración: 27min

    All'inizio degli anni settanta Masekela sente il bisogno di riallacciare il rapporto con l'Africa: nel '73, dopo tredici anni negli Stati Uniti, il trombettista è in Guinea, Zaire, Liberia, Ghana e Nigeria. A Lagos è per un mese alla corte di Fela Kuti. Fela poi lo mette in contatto con un gruppo del Ghana, gli Hedzoleh Soundz, con cui Masekela incide l'album Masekela introducing Hedzoleh Soundz, precoce esempio di incontro musicale panafricano. Nell'album successivo, I Am Not Afraid, inciso nel '74, oltre ai musicisti del Ghana Masekela ha accanto due colonne del gruppo jazz-funk Crusaders, in un eccellente amalgama di musica africana e americana: per Masekela e il produttore Stewart Levine l'album è il più notevole risultato conseguito con la loro collaborazione; fra i brani Stimela, che diventerà uno dei grandi cavalli di battaglia di Masekela. Nel '75-76, con una nuova band con alcuni dei musicisti di Hedzoleh, e altri musicisti del Ghana e della Nigeria, Masekela incide The Boy's Doin' It e Colonial Man,

  • Hugh Masekela: Masekela ’66 -’76 (2)

    16/04/2018 Duración: 26min

    Nel '68 Masekela realizza The Promise of a Future, il suo terzo album con Stewart Levine: un brano, Grazing in the Grass, ottiene un clamoroso successo, e proietta il trombettista sudafricano ai vertici della classifica Usa dei singoli pop, dove il 4 luglio l'hit di Masekela prevale nientemeno che su Jumpin' Jack Flash degli Stones. Ma per un artista e un uomo come Masekela, che l'esperienza dell'apartheid ha reso politicamente avvertito e ipersensibile alla questione della discriminazione razziale, gli avvenimenti del periodo (omicidi di Martin Luther King e di Bob Kennedy, riot di Chicago) oscurano la gioia per questo sviluppo della sua carriera: invece di andare all'incasso del successo che sta ottenendo con Grazing in the Grass, il trombettista prosegue con un album molto politico, intitolato semplicemente Masekela, che la distribuzione fa passare inosservato.

  • Hugh Masekela: Masekela '66 -'76 (1)

    09/04/2018 Duración: 25min

    Tre puntate di Musiche dal mondo dedicate ad una antologia in tre Cd (Wrasse Records) che ripercorre gli anni del successo americano di Masekela e della sua fortunata collaborazione con il produttore e amico Stewart Levine. La selezione è stata curata dallo stesso Masekela, poco prima della morte nel gennaio scorso, e da Levine. In questa puntata brani da The Emancipation of Hugh Masekela, da Hugh Masekela Is Alive and Well at the Whisky, e da The Promise of a Future.

  • Un ricordo di Rim Banna

    26/03/2018 Duración: 23min

    Mancata prematuramente, a 51 anni, il 24 marzo, nella sua città natale, Nazareth, Rim Banna è stata una cantante di notevole successo anche a livello internazionale, ma soprattutto è stata una figura molto amata dai palestinesi per la sua voce elegante e di grande temperamento, l'intensità del suo canto in arabo, e la sua coerenza di artista impegnata per la causa del suo popolo. La ricordiamo con il suo album del 2013 Revelation of Ecstasy & Rebellion, in cui aveva messo in musica versi di poeti araboandalusi, persiani, irakeni, palestinesi e tunisini di epoche diverse, dal medioevo fino alle lotte per la libertà della Palestina e nel mondo arabo dei nostri giorni.

  • Sonido Gallo Negro: Mambo Cosmico

    19/03/2018 Duración: 24min

    Sonido Gallo Negro è un gruppo di Città del Messico arrivato alla ribalta internazionale qualche anno fa con l'album Sendero Mistico, pubblicato, come il nuovo Mambo Cosmico, dalla Glitterbeat. La formazione è partita dalla rivisitazione di vari filoni della cumbia, la musica colombiana per eccellenza, con l'idea di enfatizzare in una affascinante chiave contemporanea e avantgarde e con un suono vintage la forte componente psichedelica che era già presente in molta produzione di cumbia degli anni sessanta-settanta. Una rivisitazione che Sonido Gallo Negro ha poi allargato anche ad altri generi, come il danzon, il porro, il cha cha cha e appunto il mambo.

  • Yiddish Glory. The Lost Songs of World War II

    12/03/2018 Duración: 23min

    Nel corso della seconda guerra mondiale un gruppo di ricercatori ebrei dell'Unione Sovetica raccolse testimonianze della cultura ebraica in quel drammatico frangente, mettendo insieme un centinaio di nuove canzoni in yiddish - la lingua degli ebrei dell'Europa orientale - scritte da soldati ebrei dell'Armata Rossa, da vittime e sopravvissuti delle regioni del paese occupate dai nazisti, da rifugiati che erano stati spostati negli Urali e in Siberia. Dopo la guerra i ricercatori furono arrestati nelle purghe di Stalin, e il materale fu dato per perso. E' stato invece ritrovato negli anni novanta in Ucraina: ora un florilegio di quelle canzoni viene offerto da uno splendido album pubblicato dalla Six Degrees.

  • Lucibela: Laço Umbilical

    19/02/2018 Duración: 28min

    Se vi manca Cesaria Evora, ascoltate Laço Umbilical: fra le cantanti capoverdiane delle ultime generazioni - Lura, Mayra Andrade, Elida Almeida... - che in generale nello stile e nel repertorio hanno cercato di distanziarsi dal grande ma anche ingombrante modello, Lucibela è quella che appare più vicina a Cesaria, pur distinguendosene nella voce e nell'espressione. Elegante e credibile in una musica di impronta neotradizionale, Lucibela interpreta brani di morna e coladera firmati da autori che vanno da Manuel de Novas, uno dei maggiori compositori capoverdiani del novecento, alla stessa Elida Almeida.

  • Djeneba e Fousco: Kayeba Khasso

    12/02/2018 Duración: 26min

    Una volta i griot dovevano la loro fama al loro ruolo di cantori della storia e della gloria delle famiglie nobili al cui servizio prestavano la loro arte; oggi le cose sono un po' cambiate e succede che vengano consacrati magari da un talent show televisivo: è quello che è successo a Djeneba Kouyaté, che si è affermata vincendo la prima stagione di Tounkagouna, talent show del Mali. Il chiarrista e cantante Fousseyni Sissoko, noto come Fousco, ha poi vinto la seconda edizione del talent. Dopo questi successi, Djeneba e Fousco hanno cominciato a fare coppia, prima nell'arte e poi anche nella vita.

  • Katja Sulc: Kamlisajlan

    05/02/2018 Duración: 27min

    Assieme con il polistrumentista messicano Alban Usatch, la cantante slovena Katja Sulc (pronuncia come Schultz in tedesco) ha messo in musica versi in lingua romanì di poeti gitani di diversi paesi dei Balcani e dell'Europa dell'Est. Uno dei pregi dell'album è che si stacca dai cliché, dall'immagine stereotipata, che circondano la musica rom dei Balcani, e evita l'enfasi che si trova spesso nella musica che ripropone questa tradizione: cercando invece delle atmosfere più sottili, più contemporanee, più indefinite, che non schiaccino ma anzi lascino respirare ed esaltino la poesia e la lingua romanì.

  • John Duhan: The Irishman's Finest Collection

    29/01/2018 Duración: 25min

    Nato nel '50 a Limerick, in Irlanda, Duhan, che ha curato personalmente l'antologia che gli dedica l'etichetta Arc, è l'autore di The Voyage, una meditazione sul matrimonio, l'amore coniugale e la famiglia, che è un raro caso di brano relativamente recente di provenienza folk - e non pop o rock - impostosi a livello internazionale con una diffusione che da trent'anni a questa parte non cessa di crescere (adattato in molte lingue, eseguito ai matrimoni in parti del globo lontanissime geograficamente e culturalmente dall'Irlanda...). "La vita è un oceano, l'amore è una barca, che ci tiene a galla in mezzo ad acque agitate": i versi chiave sono molto semplici, e forse è proprio per questo che così tanti nel mondo, nelle più diverse circostanze della vita, si sono identificati in The Voyage.

  • Emel: Ensen

    22/01/2018 Duración: 28min

    Per brani come l'emblematica Ya Tounes ya meskina, ovvero "Povera Tunisia", le canzoni della tunisina Emel furono bandite dalla radio e televisione del suo paese, ma continuarono a circolare attraverso la rete. Poi la sua canzone Kelmti Horra ("la mia parola è libera") diventò uno degli inni della primavera araba. Influenzata tanto da Joan Baez che da Bjork, Emel (che il 16 febbraio sarà all'Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare) ha pubblicato Ensen, un nuovo album che sta tra musica araba e un asciutto gusto elettronico: un lavoro che testimonia dell'originalità del suo percorso, ma che è anche indicativo più in generale del rimescolamento di carte in corso nella sensibilità estetica delle ultime generazioni di musicisti del mondo arabo.

  • Rocqawali: Sufi Spirit

    15/01/2018 Duración: 29min

    Rocqawali, ovvero rock + qawali, la musica devozionale pakistana che era stata resa popolare a livello internazionale da Nusrat Fateh Ali Khan. L'idea è del batterista danese Stephan Grabowski: il qawali, con il suo carattere spiccatamente estatico, con il suo slancio e l'incisività un po' ipnotica della sua fisionomia ritmica, si sposa con le chitarre elettriche, che sembrano entrare anche loro in uno stato di esaltazione mistica.

  • Tootard: Laissez Passer

    08/01/2018 Duración: 29min

    Pubblicato dalla Glitterbeat, Laissez Passer è il primo album internazionale di un trio che si è formato sulle Alture del Golan, e una delle prime testimonianze musicali ad arrivare da quest'area del Medio Oriente, un territorio rivendicato dalla Siria, a cui legalmente appartiene, ma di fatto amministrato da Israele, che l'ha occupato nel '67 e che nell'81 lo ha annesso, con una decisione non riconosciuta dall'Onu. Come tutti gli abitanti delle Alture del Golan, i Tootard non hanno nessuna nazionalità e non hanno passaporto, ma per viaggiare solo un lasciapassare: i Tootard hanno però rovesciato questa difficile condizione di senza stato e senza bandiera in una idea musicale, nel prescindere dai confini musicali, e hanno fatto tesoro in particolare dell'esempio del rock-blues di un popolo che non ha un'identità formalmente definita, i touareg.

  • Trio da Kali/Kronos Quartet: Ladilikan

    04/12/2017 Duración: 27min

    L'album più votato dell'anno di World Music Charts Europe - la classifica realizzata mensilmente attraverso un sondaggio degli animatori di programmi di world music su emittenti per lo più pubbliche europee, fra cui Radio Popolare - è Ladlikan, realizzato insieme dai musicisti maliani del Trio da Kali, e dal Kronos Quartet, celebre quartetto d'archi di San Francisco. Nel disco brani dal repertorio maliano antico o recente ma anche due adattamenti di gospel di Mahalia Jackson.

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